Open Calabria
  • Home
  • Chi siamo
  • Argomenti
    • Innovazione e Ricerca
    • Comuni ed Enti Locali
    • Conti Economici Regionali
    • Lavoro e Occupazione
    • Società e Demografia
    • Istituzioni
    • Istruzione e Formazione
    • Settori produttivi
    • Internazionalizzazione
    • Finanza
  • COVID-19
  • Mezzogiorno
  • Rivista
  • Notizie
  • Contattaci
    • Sostienici
No Result
View All Result
Open Calabria
  • Home
  • Chi siamo
  • Argomenti
    • Innovazione e Ricerca
    • Comuni ed Enti Locali
    • Conti Economici Regionali
    • Lavoro e Occupazione
    • Società e Demografia
    • Istituzioni
    • Istruzione e Formazione
    • Settori produttivi
    • Internazionalizzazione
    • Finanza
  • COVID-19
  • Mezzogiorno
  • Rivista
  • Notizie
  • Contattaci
    • Sostienici
No Result
View All Result
Open Calabria
No Result
View All Result

Emigrazione e demografia allontanano il Sud dall’Europa

by Vittorio Daniele
20/06/2023
in Mezzogiorno, Società e Demografia
A A
Emigrazione e demografia allontanano il Sud dall’Europa
47
SHARES

Emigrazione e demografia allontanano il Sud dall’Europa. Tra il 2012 e il 2021, hanno lasciato il Mezzogiorno 156.800 laureati di età compresa tra 25 e 34 anni. La Calabria ne ha persi oltre 20mila, la Sicilia 37mila, la Campania 43mila. La maggior parte si è diretta al Nord. Nello stesso periodo, la sola Lombardia ha avuto un’immigrazione di 68mila laureati da altre regioni italiane. Dati che, molto più di quelli che riguardano l’andamento dei redditi, mostrano la crisi strutturale delle regioni meridionali.

Figura 1. Saldo migratorio dei laureati di 25-34 anni nelle ripartizioni italiane (2012-21)

Il confronto tra Sud e Nord è esplicativo, ma anche limitativo. È un angolo prospettico parziale, che costringe la visuale in una sola dimensione: quella dei divari interni al nostro paese. Una prospettiva più ampia è offerta dallo studio pubblicato dall’Istat (La politica di coesione e il Mezzogiorno: vent’anni di mancata convergenza), in cui si esaminano le dinamiche di crescita delle regioni europee. Si mostra come nell’ultimo ventennio, la geografia economica europea si sia modificata. In Germania, in Spagna, in Polonia si è verificato un processo di “convergenza”, cioè di riduzione dei divari regionali. In Italia, invece, le regioni “meno sviluppate” (quelle meridionali ad eccezione dell’Abruzzo) sono cresciute molto meno della media dei Paesi dell’Ue.

Ma è l’Italia nel suo complesso ad aver perso terreno negli ultimi vent’anni. Nel 2000, tra le prime cinquanta regioni europee con più elevato Pil per abitante, dieci erano italiane e nessuna si trovava fra le ultime cinquanta. Nel 2021, solo tre regioni italiane (Trentino, Lombardia, e Valle d’Aosta) erano rimaste tra le prime cinquanta posizioni, mentre fra le ultime cinquanta se ne trovavano quattro (Puglia, Campania, Sicilia e Calabria). Il divario tra Nord e Sud Italia è rimasto sostanzialmente stabile, ma in un contesto di relativo arretramento rispetto al resto d’Europa. E ciò, si osservi, è accaduto nonostante le ingenti risorse europee destinate alle regioni in ritardo di sviluppo attraverso la politica di coesione. Risorse che, per gli anni 2021-2027, ammontano complessivamente a 330 miliardi di euro, di cui 43 destinati all’Italia.

Cosa ha determinato questi cambiamenti di posizione nella graduatoria europea dei redditi? La risposta, in sintesi: il divario nel reddito fra le regioni meridionali e la media Ue è spiegato, quasi interamente, dal tasso di occupazione che, infatti, è di 20 punti percentuali più basso. Negli ultimi anni, sul divario pesano anche fattori demografici. Nel Sud, la quota dei giovani si va riducendo. Nell’ultimo ventennio, la popolazione più giovane, quella nella fascia di età fra 0 e 14 anni, ha subito un tracollo, contraendosi del 25% a fronte del 6% registrato nell’Ue.

Questi cambiamenti demografici hanno notevoli ripercussioni economiche. Secondo le previsioni dell’Istat, se le tendenze in atto continuassero, nel 2030, nelle regioni italiane meno sviluppate, il numero delle persone in età da lavoro (15-64 anni) diminuirebbe di oltre un milione (-9%). In Calabria, il calo sarebbe di 126 mila persone (-10,6%). Per il solo effetto di questa dinamica demografica avversa, tra dieci anni, il divario nel Pil per abitante tra le regioni meridionali e la media europea aumenterà significativamente. In Calabria, per esempio, il Pil per abitante scenderebbe al 49,5% della media europea.

Uno scenario preoccupante che potrebbe ribaltarsi se aumentassero gli occupati. Se il tasso di occupazione raggiungesse quello medio europeo, il Pil pro capite aumenterebbe in tutte le regioni italiane, al punto che nel 2030 nessuna rientrerebbe più tra quelle “meno sviluppate” d’Europa. Un obiettivo auspicabile ma, nel concreto, estremamente difficile da raggiungere.

Il Mezzogiorno è un’area periferica di un grande mercato, quello europeo, in cui le merci, i capitali e le persone si spostano con facilità. Nell’Unione Europea, le regioni economicamente centrali, quelle più sviluppate e dinamiche, hanno un forte potere d’attrazione. Attraggono investimenti, ma anche lavoratori ad elevata qualificazione. La loro capacità di attrazione risponde a forze di mercato che, insieme con quelle demografiche, influenzano le traiettorie di crescita regionali e plasmano la geografia economica. Forze che le politiche di sviluppo, nonostante la retorica con cui vengono ammantate, non sembrano in grado di contrastare.


L’articolo riprende quello pubblicato sul Quotidiano della Calabria il 17/06/2023


 

Vittorio Daniele

Vittorio Daniele

Professore ordinario di Politica Economica presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro. La sua attività di ricerca riguarda, principalmente, i divari regionali in Italia in prospettiva storica e l'economia dello sviluppo. Oltre a numerosi articoli ha pubblicato i volumi: La crescita delle nazioni. Fatti e teorie, Rubbettino, 2008; Il divario Nord-Sud in Italia 1861-2011 (con Paolo Malanima), Rubbettino, 2011; Il Paese diviso. Nord e Sud nella storia d'Italia, Rubbettino, 2019 (il volume ha ricevuto il Premio Sele d'Oro Mezzogiorno 2020).

Related Posts

Recensione di “Divari economici e politiche pubbliche dall’euro alla pandemia”

Recensione di “Divari economici e politiche pubbliche dall’euro alla pandemia”

by Redazione
17/05/2023

La lettura del testo di Carmelo Petraglia e Stefano Prezioso fa riemergere la complessità dell’analisi di un problema economico; perché...

Da Nord a Sud. Divari economici e politiche pubbliche dall’euro alla pandemia

Da Nord a Sud. Divari economici e politiche pubbliche dall’euro alla pandemia

by Redazione
15/04/2023

Segnaliamo il volume di Carmelo Petraglia e Stefano Prezioso Nord e Sud. Divari economici e politiche pubbliche dall’euro alla pandemia (Carocci,...

Il PNRR: spendere bene perchè è anche debito

Il PNRR: spendere bene perchè è anche debito

by Vittorio Daniele
07/04/2023

Si polemizza, in questi giorni, sui ritardi nell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Non è chiaro se...

Autonomia differenziata: la fine di una Nazione

Autonomia differenziata: la fine di una Nazione

by Damiano Bruno Silipo
03/04/2023

Il Disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata, approvato il 2 febbraio scorso, è l’atto più importante dall’avvento della Repubblica, che...

Se e come il POR Calabria 2021-27 inciderà sul futuro della Calabria

Se e come il POR Calabria 2021-27 inciderà sul futuro della Calabria

by Redazione
01/02/2023

A dicembre 2022, la Commissione Europea ha approvato il POR Calabria 2021-2027, con una dotazione finanziaria di oltre 3,17 miliardi...

Regional Economy

I più letti del mese

  • I vantaggi dell’immigrazione per l’Italia

    I vantaggi dell’immigrazione per l’Italia

    645 shares
    Share 425 Tweet 92
  • Il Paese diviso. Nord e Sud nella storia d’Italia

    421 shares
    Share 168 Tweet 105
  • Famiglie con reddito di cittadinanza: frequenza alta non solo a Sud

    96 shares
    Share 38 Tweet 24
  • Guardia Piemontese: l’ultima enclave occitana in Calabria

    444 shares
    Share 382 Tweet 26
  • La politica demografica del fascismo

    472 shares
    Share 329 Tweet 60

Gli ultimi articoli

Emigrazione e demografia allontanano il Sud dall’Europa

Emigrazione e demografia allontanano il Sud dall’Europa

20/06/2023
Recensione di “Divari economici e politiche pubbliche dall’euro alla pandemia”

Recensione di “Divari economici e politiche pubbliche dall’euro alla pandemia”

17/05/2023
Da Nord a Sud. Divari economici e politiche pubbliche dall’euro alla pandemia

Da Nord a Sud. Divari economici e politiche pubbliche dall’euro alla pandemia

15/04/2023
Il PNRR: spendere bene perchè è anche debito

Il PNRR: spendere bene perchè è anche debito

07/04/2023
Autonomia differenziata: la fine di una Nazione

Autonomia differenziata: la fine di una Nazione

03/04/2023

Seguici

  • 1.4k Followers
  • 378 Followers

Iscriviti alla Newsletter

Partner

[smartslider3 slider=2]

Sostienici

OpenCalabria - Associazione di promozione sociale con finalità scientifiche e divulgative

No Result
View All Result
  • Home
  • Chi siamo
  • Argomenti
    • Innovazione e Ricerca
    • Comuni ed Enti Locali
    • Conti Economici Regionali
    • Lavoro e Occupazione
    • Società e Demografia
    • Istituzioni
    • Istruzione e Formazione
    • Settori produttivi
    • Internazionalizzazione
    • Finanza
  • COVID-19
  • Mezzogiorno
  • Rivista
  • Notizie
  • Contattaci
    • Sostienici

OpenCalabria - Associazione di promozione sociale con finalità scientifiche e divulgative