Open Calabria
  • Home
  • Chi siamo
  • Argomenti
    • Innovazione e Ricerca
    • Comuni ed Enti Locali
    • Conti Economici Regionali
    • Lavoro e Occupazione
    • Società e Demografia
    • Istituzioni
    • Istruzione e Formazione
    • Settori produttivi
    • Internazionalizzazione
    • Finanza
  • COVID-19
  • Mezzogiorno
  • Rivista
  • Notizie
  • Contattaci
    • Sostienici
No Result
View All Result
Open Calabria
  • Home
  • Chi siamo
  • Argomenti
    • Innovazione e Ricerca
    • Comuni ed Enti Locali
    • Conti Economici Regionali
    • Lavoro e Occupazione
    • Società e Demografia
    • Istituzioni
    • Istruzione e Formazione
    • Settori produttivi
    • Internazionalizzazione
    • Finanza
  • COVID-19
  • Mezzogiorno
  • Rivista
  • Notizie
  • Contattaci
    • Sostienici
No Result
View All Result
Open Calabria
No Result
View All Result

I vantaggi dell’immigrazione per l’Italia

by Carmelo Petraglia e Raffaele La Regina
27/06/2018
in Società e Demografia
A A
I vantaggi dell’immigrazione per l’Italia
606
SHARES

Il tema dell’immigrazione è sempre più centrale in Italia. Un dato più di tutti ne spiega il perché: la quota di popolazione straniera residente è salita repentinamente da circa il 2% nel 2000 ad oltre l’8% nel 2016. Una crescita molto rapida in un periodo relativamente breve. L’immigrazione rappresenta, perciò, in Italia un fenomeno relativamente “nuovo”, a differenza di altri paesi come Francia e Germania già da tempo caratterizzati da una presenza massiccia di residenti di altre nazionalità.

L’immigrazione viene percepita da molti italiani come un “costo”, per di più insostenibile. L’emergenza dei rifugiati e le notizie di episodi violenti alimentano una narrazione dei flussi migratori basata sulla paura. E sono soprattutto le classi meno abbienti a percepire i rischi legati alla crescita dei flussi migratori perché avvertono maggiormente il pericolo di vedersi “rubare” il lavoro dagli immigrati e si sentono più esposte al peggioramento delle condizioni di sicurezza nelle periferie.

Tuttavia, sono disponibili molte informazioni sui benefici che gli immigrati regolari producono per la nostra economia. I dati mostrano che i migranti contribuiscono alle avverse dinamiche demografiche del paese, partecipano attivamente al mercato del lavoro e alla formazione del Pil e contribuiscono alla sostenibilità del nostro sistema previdenziale. Ma tutto questo non riceve la dovuta attenzione. Vale perciò la pena di commentare alcuni dei dati sul tema diffusi di recente dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dall’INPS e dalla Fondazione Leone Moressa[1].

La questione demografica. Gli italiani sono sempre più vecchi. Tra il 2006 e il 2016 l’età media dei nativi italiani è passata da 42,1 a 44,2 anni. Nello stesso periodo, anche a causa del calo nelle nascite (in particolare al Sud), l’indice di vecchiaia è passato dal 139,9 al 161,4% (oltre 160 anziani per ogni 100 giovani). Sono evidenti le “complementarietà” con la componente immigrata della popolazione, in media molto più giovane (con un età media di 33,1 anni) e con un indice di vecchiaia pari al 18,1% (solo 18 anziani per ogni 100 giovani). I flussi migratori si mostrano, dunque, in grado di “alimentare” le fasce di età più giovani sempre meno numerose dei nativi italiani. Un problema particolarmente sentito al Sud, dove il deflusso di giovani tende a peggiorare il quadro. Il contributo degli immigrati diventa così fondamentale per contrastare le nostre dinamiche demografiche avverse. L’Eurostat stima che, in un ipotetico scenario “porti chiusi” (ipotizzando, cioè, di azzerare i flussi migratori extra UE) nel 2050 la popolazione italiana (di nativi e stranieri) diminuirebbe di 8 milioni. L’età media arriverebbe a 54 anni. Uno scenario insostenibile.

Il contributo economico e le condizioni lavorative degli immigrati. Il contributo degli immigrati regolari all’economia italiana è in costante crescita da anni. I lavoratori dipendenti stranieri erano 277.000 nel 1995. Da allora sono cresciuti fino a sfiorare i due milioni nel 2015. Sono aumentati soprattutto i flussi dei migranti non comunitari (extra Ue) e, a partire dal 2007, di quelli provenienti dai nuovi paesi membri dell’Ue. Il “Pil degli immigrati” è pari a circa 130 miliardi di euro (circa il 9% del Pil italiano), per oltre il 60% generato in quattro regioni: Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, e Veneto. I settori nei quali gli immigrati contribuiscono maggiormente alla formazione del valore aggiunto sono “Alberghi e ristoranti” (18,4%), “Costruzioni” (17,4%) e “Agricoltura” (16,7%).  La distribuzione territoriale degli occupati immigrati riflette la geografia delle opportunità di lavoro del paese: nel Centro-Nord l’incidenza degli occupati extra UE sul totale degli occupati è dell’8,2%. Il dato relativo al Mezzogiorno si ferma al 3,7%. Gli stranieri comunitari occupati incidono per il 4% nel Centro-Nord e solo per il 2% nel Mezzogiorno.  Il settore che più di tutti ha assorbito l’imponente flusso di lavoratori immigrati evidenziato in precedenza è l’agricoltura, settore nel quale tra il 2007 e il 2016 l’incidenza dei lavoratori stranieri è triplicata raggiungendo quota 16,6% sul totale degli occupati. Nel commercio la quota è raddoppiata (dal 3,7 al 7,2%). La quota di occupati stranieri è cresciuta anche nel settore delle costruzioni, passando dal 12,7% al 17,1%. Il mercato del lavoro italiano presenta marcate diseguaglianze tra componente nativa e straniera dei lavoratori dipendenti. Tra i laureati italiani ben l’83,1% svolge ruoli dirigenziali, intellettuali o tecnici. Tra i laureati stranieri solo il 36,4% ricopre gli stessi ruoli. I lavoratori stranieri, a parità di mansioni, ricevono anche salari più bassi. Ad esempio, nel Mezzogiorno, il salario di un lavoratore extracomunitario è inferiore di quasi il 40% rispetto a quello di un italiano.

Il contributo degli immigrati alla sostenibilità del sistema previdenziale. L’Inps calcola che gli immigrati regolari versano ogni anno 8 miliardi di contributi sociali e ne ricevono 3 in termini di pensioni e altre prestazioni sociali. Un saldo netto di circa 5 miliardi. È chiaro che gli immigrati che oggi lavorano regolarmente faranno parte dei pensionati di domani. Ma in molti casi i contributi previdenziali degli immigrati non si tradurranno in pensioni. In particolare, l’INPS calcola che gli immigrati finora ci hanno “regalato” circa un punto di Pil di contributi sociali. Ogni anno gli immigrati versano nelle casse dell’INPS circa 300 milioni di euro di “contributi a fondo perduto”.

Tutto ciò svela il contributo divenuto ormai strutturale ed irrinunciabile dei migranti alla società e all’economia italiana. I flussi migratori non sono un fenomeno transitorio, sono strutturali e irreversibili, alimentati come sono dalla crescita demografica in espansione del continente africano. Bisogna perciò che la politica, anziché far leva sull’emotività delle reazioni dell’opinione pubblica, contribuisca a diffondere una lettura del fenomeno basata sulla realtà più che sulla percezione. Più che la propaganda sui temi della sicurezza, dell’emergenza dei rifugiati e dei costi dell’accoglienza, servirebbe alimentare la consapevolezza della rilevanza dei benefici (immediati, ma soprattutto di medio termine) associati ai flussi migratori. Servirebbero politiche di integrazione capaci di mettere a frutto le complementarietà tra “noi” e “loro”, anziché “chiudere i porti” al loro e al nostro futuro.


[1] Le fonti citate contengono molte altre interessanti informazioni alle quali rimandiamo per ulteriori approfondimenti.

Carmelo Petraglia

Carmelo Petraglia

Carmelo Petraglia è professore associato di Economia Politica presso l’Università della Basilicata, dove insegna Economia Regionale e Macroeconomia. È autore di diversi articoli pubblicati su riviste nazionali ed internazionali e abilitato come professore ordinario in Politica Economica, Economia Politica ed Economia applicata. È membro del comitato editoriale della Rivista “Regional Economy” e del comitato di redazione della “Rivista economica del Mezzogiorno”. Dal 2020 è tra i coordinatori del Rapporto sull’economia e la società del Mezzogiorno della SVIMEZ, con la quale collabora da diversi anni sui temi dello sviluppo e delle politiche regionali. Ha ricoperto il ruolo di consigliere economico presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio di collaborazione diretta del Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale.

Raffaele La Regina

Raffaele La Regina

Raffaele La Regina laureato in Relazioni Internazionali e laureando in Scienze della Pubblica Amministrazione presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico". E' stato studente Erasmus presso la Sorbonne Université di Parigi. Ha svolto uno stage presso SRM - Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (Napoli). Attualmente è stagista presso la SVIMEZ. Si occupa prevalentemente di politiche di coesione.

Related Posts

Il capitale sociale influenza l’inclinazione a vaccinarsi per il COVID-19?

Il capitale sociale influenza l’inclinazione a vaccinarsi per il COVID-19?

by Redazione
11/04/2022

Lo shock da COVID-19 ha suscitato un crescente interesse tra economisti, alimentando una nutrita letteratura empirica. Oltre che aspetti strettamente...

Il biglietto di Trevinano nella lotteria dei borghi

Il biglietto di Trevinano nella lotteria dei borghi

by Angelo Palmieri
10/02/2022

La lotteria di Trevinano di Angelo Palmieri* e Vittorio Tarparelli** “La fortuna di Trevinano, il borgo disabitato che ha vinto...

Il bonus psicologo, una risposta dovuta ad una emergenza dei nostri giorni

Il bonus psicologo, una risposta dovuta ad una emergenza dei nostri giorni

by Angelo Palmieri
18/01/2022

Siamo a destreggiarci sulle onde di un caos determinato da una stasi istituzionale e un vuoto programmatico, riconducibile a vari...

La mortalità in Italia dall’Unità al Covid-19

La mortalità in Italia dall’Unità al Covid-19

by Vittorio Daniele
30/12/2021

Gli indicatori epidemiologici, come i tassi di mortalità generale e infantile, sintetizzano efficacemente il progresso sociale delle nazioni. Il loro...

Parliamo di Covid-19 nei talk show? No, grazie. Alimentano fake news

Parliamo di Covid-19 nei talk show? No, grazie. Alimentano fake news

by Domenico Marino
28/10/2021

È passato ormai molto tempo da quando è scoppiata la pandemia da Covid-19. Essa ha proiettato l’umanità in una dimensione...

Regional Economy

I più letti del mese

  • I vantaggi dell’immigrazione per l’Italia

    I vantaggi dell’immigrazione per l’Italia

    606 shares
    Share 409 Tweet 82
  • Il Paese diviso. Nord e Sud nella storia d’Italia

    392 shares
    Share 157 Tweet 98
  • La politica demografica del fascismo

    441 shares
    Share 317 Tweet 52
  • Perché il ritardo del Sud dipende anche dalla geografia

    378 shares
    Share 335 Tweet 18
  • La geografia dell’ISEE in Italia

    307 shares
    Share 213 Tweet 39

Gli ultimi articoli

Il Reddito di Cittadinanza è uno dei tanti sintomi del malore del paese

Il Reddito di Cittadinanza è uno dei tanti sintomi del malore del paese

26/11/2022
Famiglie con reddito di cittadinanza: frequenza alta non solo a Sud

Famiglie con reddito di cittadinanza: frequenza alta non solo a Sud

21/11/2022
Spesa sociale dei comuni: la Calabria è ultima

Spesa sociale dei comuni: la Calabria è ultima

05/09/2022
Il potenziale di sviluppo di attività turistiche legate alle piattaforme offshore oil and gas presenti in Italia

Il potenziale di sviluppo di attività turistiche legate alle piattaforme offshore oil and gas presenti in Italia

02/09/2022
L’alta inflazione e i grandi profitti dei produttori di petrolio

L’alta inflazione e i grandi profitti dei produttori di petrolio

04/08/2022

Seguici

  • 1.3k Followers
  • 378 Followers

Iscriviti alla Newsletter

Partner

[smartslider3 slider=2]

Sostienici

OpenCalabria - Associazione di promozione sociale con finalità scientifiche e divulgative

No Result
View All Result
  • Home
  • Chi siamo
  • Argomenti
    • Innovazione e Ricerca
    • Comuni ed Enti Locali
    • Conti Economici Regionali
    • Lavoro e Occupazione
    • Società e Demografia
    • Istituzioni
    • Istruzione e Formazione
    • Settori produttivi
    • Internazionalizzazione
    • Finanza
  • COVID-19
  • Mezzogiorno
  • Rivista
  • Notizie
  • Contattaci
    • Sostienici

OpenCalabria - Associazione di promozione sociale con finalità scientifiche e divulgative