Open Calabria
  • Home
  • Chi siamo
  • Argomenti
    • Innovazione e Ricerca
    • Comuni ed Enti Locali
    • Conti Economici Regionali
    • Lavoro e Occupazione
    • Società e Demografia
    • Istituzioni
    • Istruzione e Formazione
    • Settori produttivi
    • Internazionalizzazione
    • Finanza
  • COVID-19
  • Mezzogiorno
  • Rivista
  • Notizie
  • Contattaci
    • Sostienici
No Result
View All Result
Open Calabria
  • Home
  • Chi siamo
  • Argomenti
    • Innovazione e Ricerca
    • Comuni ed Enti Locali
    • Conti Economici Regionali
    • Lavoro e Occupazione
    • Società e Demografia
    • Istituzioni
    • Istruzione e Formazione
    • Settori produttivi
    • Internazionalizzazione
    • Finanza
  • COVID-19
  • Mezzogiorno
  • Rivista
  • Notizie
  • Contattaci
    • Sostienici
No Result
View All Result
Open Calabria
No Result
View All Result

La piccola dimensione e i bassi profitti delle start up italiane

by Francesco Aiello
15/06/2019
in Innovazione e Ricerca, microimprese, Settori produttivi
A A

Nel corso degli ultimi anni, in Italia hanno avviato attività produttive piu’ di 10000 imprese start up, di cui 80 svolgono attività nel settore agricolo, poco meno di 1800 nel settore manifatturiero e la restante parte, che e’ la stragrande maggioranza, opera nel settore dei servizi.

L’avvio di start up e’ stato regolare nel corso del tempo, con un’accelerazione a partire dal 2013 (figura 1). La natura giuridica prevalente e’ la società a responsabilità limitata (di cui meno di mille sono srl semplificate e 35 con unico socio), mentre poche (138) sono le cooperative. La distribuzione geografica delle imprese start up indica una concentrazione nelle province di grande dimensione (1707 a Milano, 968 a Roma, 344 a Napoli, 313 a Bologna, 310 a Torino). Oltre a Napoli, le province del mezzogiorno d’Italia a maggiore presenza di start up sono Bari (198), Salerno (184), Palermo (155), Catania (118). In Calabria ci sono 226 start up, di cui 92 a Cosenza, 62 a Reggio Calabria, 56 a Catanzaro, 8 a Crotone e 8 a Vibo Valentia.  Il comune calabrese con il numero maggiore di imprese start up e’ Rende (46), seguito da Reggio Calabria (43).[1]

Figura 1

Il fatturato delle start up. Un’analisi economica delle attività delle imprese start up non è immediata sia perche’ in molti casi mancano informazioni sui bilanci, sia perché l’insieme informativo sull’iscrizione nel registro delle imprese, in quello delle imprese start up e la data di avvio delle attività e’ molto variegato.

Al fine di avere qualche elemento di valutazione, si fa riferimento alle imprese start up con fatturato positivo dal 2015 al 2017.[2] Si tratta di 1440 imprese, il cui fatturato medio e’ stato pari a 115mila euro nel 2105, 200mila euro nel 2016 e 272 mila euro nel 2017 (figura 2).[3]

Sebbene il fatturato medio sia in crescita, le imprese in esame sono di piccola dimensione. Se si fa riferimento alla media del fatturato nel triennio 2015-2017, si ottiene che 49 start up hanno un fatturato superiore a 1 milione di euro e solo 3 registrano valori del fatturato superiore a 3 milioni di euro. Ben 512 start up hanno un fatturato annuale inferiore a 50mila euro (il 35% delle imprese); nel caso di 800 imprese (il 56% del campione) il fatturato e’ inferiore a 100mila euro. Il 91% delle start up esaminate ha un fatturato annuo inferiore a 500mila euro.

Figura 2

L’utile di esercizio. I dati mostrano come la tipologia di imprese in esame contabilizzi, in media, perdite di esercizio, che nel triennio 2015-2017 ammontano a 14mila euro all’anno (la figura 2 mostra i valori annuali delle perdite di esercizio) [4]. Per il 25% delle imprese, l’utile medio e’ -7770 euro all’anno, mentre il 50% del campione registra un utile inferiore a 900 euro all’anno. Per il 90% delle start up esaminate l’utile del triennio e’ inferiore a 27000 euro. L’utile medio del restante 10% del campione e’ pari a 86mila all’anno.

I settori più rappresentativi. Disaggregando il campione per il settore di attività economica di appartenenza delle imprese, si ottiene che il numero maggiore di start up opera nell’ambito della “produzione di software e della consulenza informatica” (525 start up equivalenti al 36,5% del campione), della “ricerca scientifica e sviluppo” (195 start up, il 13,5% del campione) e  in “attivita’ dei servizi d’informazione e altri servizi” (109 start up, il 7,6% del campione).[5] E’ rilevante dire che gli utili di esercizio realizzati da queste start up sono in media negativi per le imprese del settore della produzione di software e della consulenza informatica (-7270 euro all’anno nel triennio 2015-2017)[6] e delle attivita’ dei servizi d’informazione e altri servizi (- 46276 euro all’anno)[7]. Positivi sono, in media, gli utili delle start up del settore della ricerca scientifica (+12000 euro all’anno nel triennio 2015-2017)[8].

Il dato di sintesi che emerge da questa nota e’ che  nonostante l’interesse verso le start up e il dinamismo finalizzato all’avvio di attività economiche, le imprese in esame scontano significative difficoltà di posizionamento nei mercati e, quindi, di crescere in termini di volume di beni e servizi venduti. Altrettanto significativo e’ il risultato economico della gestione delle start up: in media, il variegato universo delle start up italiane registra utili di esercizio negativi.

 


[1] I dati si riferiscono a 9797 start up di cui si dispone della localizzazione geografica per provincia.

[2] Considerare questo triennio consente di avere un congruo numero di imprese. Si pensi che le start up con un valore positivo del fatturato dal 2012 al 2017 sono solo 8.

[3] La disponibilità dei dati impedisce di calcolare la produttivita’ per addetto. Non essendoci alcun vincolo di registrazione del dato sull’occupazione, le informazioni sugli addetti sono inattendibili. Si pensi che delle 1440 sturp up analizzate, solo 328 riportano nella relazione del bilancio un valore positivo dei dipendenti.

[4] Il valore medio del triennio 2015-2017 e’ l’esito delle attività delle 848 start up che registrano degli utili (in media 20485 euro) e di quelle di 592 start up che contabilizzano delle perdite, il cui valore medio del triennio e’ pari a -63509 euro. Nel triennio in esame, solo un’impresa registra un utile superiore a 50000 euro, mentre all’estremo opposto per ben 14 start up l’utile medio del periodo e’ maggiore di -500000 euro.

[5] I dati mostrano come la restrizione del campione alle start up con fatturato positivo in ciascun anno del triennio 2015-2017 non alteri la distribuzione settoriale delle start up: su 10000 start up italiane quelle che producono software, svolgono attività ricerca scientifica e sviluppo e operano nel settore dei servizi d’informazione sono, rispettivamente, 3350, 1312 e 912.

[6] Di queste 323 registrano utili positivi e 202 utili negativi.

[7] Di queste 36 registrano utili positivi e 73 utili negativi.

[8] Di queste 150 registrano utili positivi e 45 utili negativi.

Francesco Aiello

Francesco Aiello

Francesco Aiello è Professore Ordinario di Politica Economica presso il Dipartimento di Economia, Statistica e Finanza "Giovanni Anania" dell’Università della Calabria. Attualmente insegna "Politica Economica" al corso di Laurea in Economia ed "Economia Internazionale" al corso di Laurea Magistrale in Economia e Commercio. La sua attività di ricerca è centrata sui temi della Ricerca e dell’Innovazione, twin transition, dei divari di sviluppo in Italia e in Europa, sull’analisi micro-econometrica dell’efficienza e della produttività e sulla valutazione dell’impatto delle politiche pubbliche. E’ autore di numerosi saggi scientifici pubblicati su riviste nazionali e internazionali. Accanto all’attività prettamente accademica, si interessa di economia locale e di attività di divulgazione economica. Nell’estate del 2015 ha fondato OpenCalabria.com, uno spazio dedicato ai temi di “Economia e Politica dello Sviluppo” della Calabria.

Related Posts

Braccianti in catene: la Piana di Sibari tra sfruttamento e agromafia

Braccianti in catene: la Piana di Sibari tra sfruttamento e agromafia

by Angelo Palmieri
23/06/2025

Sotto un sole che cuoce la terra e spacca la pelle, l’estate calabrese mostra il suo volto più feroce. Le...

Più mercato per superare la stagnazione: su cosa puntare per dare una prospettiva all’economia della Calabria

Più mercato per superare la stagnazione: su cosa puntare per dare una prospettiva all’economia della Calabria

by Francesco Aiello
16/11/2024

Negli ultimi dieci anni, l’economia della Calabria è stata in stagnazione: il valore aggiunto ha fluttuato intorno ai 28 mld...

Il settore delle nocciole in Italia dal 2010 al 2020: anni di profonde trasformazioni strutturali

Il settore delle nocciole in Italia dal 2010 al 2020: anni di profonde trasformazioni strutturali

by Francesco Aiello
01/12/2023

Questa nota riporta una breve descrizione delle caratteristiche strutturali del settore della corilicoltura italiana, fornendo un quadro dettagliato delle dinamiche...

L’alta inflazione e i grandi profitti dei produttori di petrolio

L’alta inflazione e i grandi profitti dei produttori di petrolio

by Vittorio Daniele
04/08/2022

Spinta dall'aumento dei costi del gas naturale e del petrolio, l'inflazione ha raggiunto il massimo da quasi 40 anni. Il...

Aziende agrituristiche in Calabria: pasti e alloggio non sono più sufficienti

Aziende agrituristiche in Calabria: pasti e alloggio non sono più sufficienti

by Francesco Aiello
15/11/2020

Aziende agrituristiche in Calabria: pasti e alloggio non sono più sufficienti. Utilizzando alcuni recenti dati pubblicati dall'ISTAT, questa nota mostra...

Regional Economy

I più letti del mese

  • Calabria, una regione che arretra: trent’anni di sfide tra crescita, lavoro e spopolamento

    Calabria, una regione che arretra: trent’anni di sfide tra crescita, lavoro e spopolamento

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Genetica, intelligenza e il divario Nord-Sud

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Mercato del lavoro in Calabria (1995–2024): dinamiche, divergenze e fragilità strutturali

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Il Sud si svuota, il Nord resiste: le due Italie della crisi demografica

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Il welfare che fiorisce nei territori: la scommessa di Polis

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Gli ultimi articoli

Braccianti in catene: la Piana di Sibari tra sfruttamento e agromafia

Braccianti in catene: la Piana di Sibari tra sfruttamento e agromafia

23/06/2025
Un sistema più fragile nelle crisi e più fiacco nelle fasi di ripresa

Un sistema più fragile nelle crisi e più fiacco nelle fasi di ripresa

18/06/2025
Il welfare che fiorisce nei territori: la scommessa di Polis

Il welfare che fiorisce nei territori: la scommessa di Polis

13/06/2025
Calabria, una regione che arretra: trent’anni di sfide tra crescita, lavoro e spopolamento

Calabria, una regione che arretra: trent’anni di sfide tra crescita, lavoro e spopolamento

08/06/2025
Mercato del lavoro in Calabria (1995–2024): dinamiche, divergenze e fragilità strutturali

Mercato del lavoro in Calabria (1995–2024): dinamiche, divergenze e fragilità strutturali

01/06/2025

Seguici

  • 1.4k Followers
  • 378 Followers

Iscriviti alla Newsletter

Partner

[smartslider3 slider=2]

Sostienici

OpenCalabria - Associazione di promozione sociale con finalità scientifiche e divulgative

No Result
View All Result
  • Home
  • Chi siamo
  • Argomenti
    • Innovazione e Ricerca
    • Comuni ed Enti Locali
    • Conti Economici Regionali
    • Lavoro e Occupazione
    • Società e Demografia
    • Istituzioni
    • Istruzione e Formazione
    • Settori produttivi
    • Internazionalizzazione
    • Finanza
  • COVID-19
  • Mezzogiorno
  • Rivista
  • Notizie
  • Contattaci
    • Sostienici

OpenCalabria - Associazione di promozione sociale con finalità scientifiche e divulgative